Allergia alle graminacee: sintomi, diagnosi e reazioni con alimenti

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Allergia alle graminacee: sintomi, diagnosi e reazioni con alimenti

L’allergia alle graminacee è la più frequente tra le allergie ai pollini, colpisce tra il 10% e il 15% della popolazione italiana, molto diffusa tra i bambini. Si manifesta con andamento stagionale, dalla tarda primavera fino a settembre, in quel periodo dell’anno corrispondente alla dispersione dei pollini in seguito alla fioritura.
Tra le specie responsabili della reazione allergica troviamo soprattutto: gramigna dei prati, grano, avena, granturco, segale, erba bambagiona, cannarecchia, erba codolina,
erba mazzolina.
I pollini di queste piante sono rivestiti di proteine che, a contatto con le vie aeree, scatenano un’anomala reazione del sistema immunitario che le identifica come pericolose e libera istamina, responsabile dell’infiammazione.
In linea generale possiamo dire che il raffreddore causato da allergia alle graminacee comporta, differentemente dal semplice raffreddore, sintomi senza febbre ogni tal volta che si è esposti ai pollini, con disturbi a naso, occhi e gola.
sintomi più comuni sono:

  • prurito agli occhi, al naso e alla gola;
  • lacrimazione o gonfiore agli occhi;
  • naso che cola, naso chiuso, starnuti;
  • tosse;
  • difficoltà a respirare (dispnea) e/o a deglutire;
  • senso di oppressione al torace.

Se il test risulterà positivo lo specialista potrà indirizzare verso il trattamento farmacologico più utile, oppure indicare la desensibilizzazione o immunoterapia, con lo scopo di ridurre la sensibilità a quel polline e, quindi, limitare i sintomi e il bisogno di farmaci.
L’allergia può creare anche cross-reazioni, ovvero fenomeni di ipersensibilità alimentare dovuti alla combinazione tra pollini cui si è allergici e le proteine contenute in determinati alimenti, come ad esempio mela, pesca, kiwi, noci, arachidi o pomodoro, il loro consumo dovrà essere limitato o evitato.

Se si sospetta un’allergia è bene rivolgersi ad un allergologo che consiglierà gli esami più idonei:

  • prick test – ovvero test allergologici cutanei;
  • rast test – esame sierologico per la ricerca degli anticorpi specifici presenti, responsabili della reazione allergica.